Fonte: nutrizioneesalute.it

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I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da una distorta ed irreale percezione della propria immagine e del proprio peso corporeo e da alterazioni più o meno invasive delle abitudini alimentari. Nella gran parte dei casi, i soggetti sono convinti di essere o apparire grassi pur avendo un peso normale o, addirittura, nel caso dell’anoressia nervosa, pur essendo gravemente sottopeso. Il soggetto con DCA tende ad attribuire alla forma fisica un’importanza superiore alla media, nutrendo la convinzione che il proprio valore sociale e la propria attrattività dipendano dalla capacità di esercitare un controllo stretto sul proprio peso. E’ particolarmente incline a drammatizzare i giudizi altrui, anche quando questi siano stati espressi in modo appropriato e non offensivo. Spesso infatti, ai DCA è associata una vera e propria forma di dismorfofobia, ossia un timore eccessivo ed immotivato, scatenato dalla percezione distorta della propria immagine corporea. L’errata percezione delle forme non solo invade pervicacemente i pensieri del soggetto, ma può arrivare ad invadere molti aspetti della vita del soggetto, al punto da distogliere l’attenzione dalle attività scolastiche e lavorative, con progressivo peggioramento delle performance sociali e, talvolta, con la perdita di interesse nei confronti di attività che erano, in precedenza, fonte di piacere. Il DSM 5 (quinta ed ultima versione del manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) inserisce nella lista dei principali DCA, l’ Anoressia Nervosala Bulimia nervosa ed il Binge-Eating Disorders, anche noto come Disturbo da Alimentazione incontrollata. Esistono inoltre forme meno diffuse, ma categorizzate con la dicitura DCA non altrimenti specificati (DCA-NAS).

Fattori di rischio.

Alcuni autori ritengono che vi siano alcuni fattori di rischio che incrementino la possibilità, per alcuni soggetti, di incorrere in Disturbi del Comportamento Alimentare. Alcuni di questi sono:

  • l’età adolescenziale;
  • il sesso femminile;
  • un’autostima già bassa o compromessa.

L’incidenza dei DCA è infatti maggiore nelle donne, e l’età adolescenziale, con i suoi cambiamenti e le difficoltà psicologiche sembra essere, in tal senso un fattore precipitante.

Anoressia Nervosa

Il termine Anoressia deriva dal greco “an-orexis”, ossia “assenza di fame”. La caratteristica più diffusa in chi ne soffre è infatti quella di voler esercitare un controllo ostinato ed ossessivo sul cibo che si assume, al fine di raggiungere e mantenere un peso, che spesso è significativamente ben al di sotto della soglia di normalità. Nonostante ciò, ad un soggetto anoressico sembrerà di non essere mai sufficientemente magro. Chi soffre di anoressia arriva pertanto a porre in atto episodi di digiuno, occasionali o costanti, ai quali si associano condotte di eliminazione, come vomito autoindotto, abuso di diuretici e lassativi, o eccessiva attività fisica compensatoria. Nelle donne, a causa della drastica ed eccessiva perdita di peso, può verificarsi la scomparsa del ciclo mestruale. 
La percezione distorta del proprio corpo è vissuta con grande sofferenza e senso di colpa e, per tale motivo è nascosta a familiari ed amici, a volte anche a quelli più intimi. Per tale ragione questo disturbo può passare inosservato in un primo momento agli occhi dei familiari, fino a divenire evidente solo quando la perdita di peso diviene eccessiva ed immediatamente visibile. Ai comportamenti alimentari alterati si associano, col progredire della malattia, anche ansia, irritabilità e depressione.

Bulimia nervosa 

I soggetti con Bulimia condividono con quelli anoressici la costante paura di aumentare di peso, a prescindere dal loro peso reale. Differentemente dagli anoressici, i soggetti bulimici non sono in grado di esercitare un controllo stretto sulla propria alimentazione, ma anzi, ricorrono a frequenti abbuffate per placare un disagio interiore altrimenti incontrollabile. Per abbuffata non si intende il semplice “sgarrare” ad una dieta mangiando una fetta di torta o un cibo considerato “proibito”, ma si fa riferimento a momenti in cui il soggetto, in un lasso di tempo molto breve, ingurgita enormi quantità di cibo senza prestare realmente attenzione al sapore o al senso di sazietà. Queste abbuffate, più o meno ricorrenti (almeno due episodi settimanali) seguono fortissimi sensi di colpa e sentimenti di autosvalutazione che conducono il soggetto a porre in atto quasi sempre condotte di eliminazione, in particolare il vomito autoindotto e l’abuso di lassativi. Gran parte delle persone bulimiche riferiscono di percepire, durante le abbuffate, la sensazione di perdere il controllo su di sé, di estraniarsi, di non riuscire a rendersi conto neanche di cosa e di quanto si sta mangiando.

Binge- eatings disorder

Nel Binge Eatings, o Disturbo da Alimentazione incontrollata, chi ne soffre presenta frequenti crisi di abbuffate, condotte con modalità simili a quelle del soggetto con bulimia nervosa ma, differentemente dal caso precedente, non attua condotte di eliminazione o contromisure per mantenere sotto controllo il peso, non ricorrendo pertanto né al vomito autoindotto né all’abuso di lassativi e diuretici. Nella maggioranza dei casi si tratta quasi sempre di persone sovrappeso o obese. In alcuni soggetti, soprattutto donne, le abbuffate possono presentarsi principalmente durante la notte, prima di addormentarsi o dopo un breve periodo di sonno. Questo disturbo è noto come Night Eating Syndrome. In questi casi la pulsione è principalmente diretta verso i dolciumi (cioccolato, caramelle, biscotti farciti etc) e se non soddisfatta, chi ne è affetto trova grande difficoltà a riaddormentarsi. Conseguenze fisiche dei DCA Le condotte di eliminazione come vomito o abuso di lassativi o diuretici portano spesso alla perdita di liquidi e di minerali fondamentali per l’organismo, quali sodio e potassio. Tale perdita conduce ad uno squilibrio elettrolitico che si ripercuote in maniera negativa su vari organi, in particolare cuore, fegato e reni, conducendo, nei casi più gravi ad aritmie o arresti cardiaci. Gli episodi frequenti di vomito autoindotto fanno sì che gli acidi gastrici, normalmente presenti nello stomaco ed adibiti allo smaltimento dei cibi ingeriti, entrino costantemente in contatto con la mucosa dell’esofago provocandone una consistente erosione. Il residuo acido presente nel vomito, a contatto frequente con la cavità orale, provoca inoltre un danneggiamento parziale o totale dello smalto dentale e dell’aspetto dei denti in generale. La malnutrizione, se protratta per anni, priva il soggetto di alimenti importanti per il benessere fisico e per uno stato di salute ottimale e cagiona consistenti deficit della struttura ossea e muscolare irreversibili.

Trattamento

Il paziente con DCA va gestito da un team multidisciplinare, nel quale siano presenti almeno quattro figure: psichiatra, psicologonutrizionista e, se necessario, anche un endocrinologo. Nei casi severi di anoressia nervosa, possono rendersi necessarie altre figure professionali (cardiologo, internista). Il trattamento di fondo è volto a lavorare sulla personalità del paziente e modificare i comportamenti alimentari deviati. Nei casi di anoressia severa si rende necessario il trattamento in ambiente sanitario controllato, anche in regime di TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). In un quadro psicopatologico come quello del paziente con DCA si rivela centrale un trattamento psicologico che porti alla luce le ragioni inconsce di questo malessere ed aiuti a contenere le compulsioni ed i pensieri ossessivi ad esso connessi. Nella maggior parte dei casi, la psicoterapia non è sufficiente, e appare necessario il trattamento con una terapia farmacologia eseguita sotto la supervisione di uno psichiatra.

A chi rivolgersi?

Psichiatra (diagnosi ed eventuale trattamento farmacologico) Nutrizionista (trattamento dietetico) Psicologo (diagnosi e trattamento psicologico )