Il termine inglese “Mindfulness” (in italiano “Consapevolezza”) è la traduzione inglese del termine “Sati”, che in lingua Pali significa appunto “Consapevolezza” “Attenzione”, “Presenza mentale”.

La Mindfulness può essere infatti definita come la disposizione mentale all’osservazione dei propri stati fisici ed emotivi in maniera intenzionale, portando su di essi l’attenzione in maniera consapevole, non giudicante, semplicemente destinando le proprie risorse a ciò che accade nel “qui ed ora” della propria esperienza, cambiando ciò che di quell’esperienza desideriamo cambiare, e accettando ciò che non è possibile cambiare.  La capacità di assumere e conservare questa disposizione mentale è acquisita attraverso una serie di tecniche e pratiche formali ed informali, tra cui pratiche meditative e tecniche psicologiche.  La Mindfulness consente quindi di modificare il rapporto con i propri contenuti mentali e di conseguenza con la vita in sé, consentendoci di sentirci meno in balia degli eventi della nostra vita.

Con il termine Mindfulness ci si riferisce pertanto non solo ad uno stato mentale consapevole, ma anche all’ insieme di tecniche psicologiche e pratiche meditative ad esso associate.

La moderna Mindfulness ha in verità origine antiche. Essa trae origine dagli insegnamenti del buddhismo, resi celebri anche attraverso il monaco vietnamita Thich Nath Hann. E’ solo però grazie al biologo statunitense Jon Kabat Zinn che essa diviene una tecnica con strumenti standardizzati, unendosi alle discipline mediche e psicologiche occidentali, dando origine al protocollo MBSR, usato per la prima volta nel 1979 all’interno della Stress Reduction Clinic di Boston, Massachussets.

Perché la consapevolezza è così importante nella cura del nostro benessere psico-fisico?

Quante volte ci siamo ritrovati a rimuginare su un dato evento perdendo totalmente la cognizione del tempo? Quante volte ci siamo messi alla guida senza esserci accorti di aver preso la strada sbagliata, chiedendoci come sia potuto succedere, e soprattutto, dove eravamo con la testa mentre guidavamo? A causo dello stress e della sovraesposizione a stimoli che richiedono bassa soglia di attenzione, ci muoviamo come in preda ad un “pilota automatico”, e la consapevolezza delle nostre azioni sembra essere sempre minore. Questa assenza di consapevolezza è responsabile dell’incremento della tendenza a rimuginii e ruminazioni.

La pratica di Mindfulness consente di apprendere ed esercitare la capacità di:

  • – osservare, riconoscere e modulare i nostri stati d’animo;
  • – esercitare la nostra capacità di accettazione delle sventure e del dolore che non può essere evitato;
  • – riconoscere e distinguere i nostri pensieri dalla realtà;
  • – limitare l’ipercriticismo verso sé stessi;
  • – approcciarsi ad esperienze nuove con la “mente del principiante”, sospendendo il pregiudizio;
  • – imparare a disattivare il “pilota automatico”;
  • – limitare le trappole mentali di cui spesso siamo vittime.

Le pratiche formali di mindfulness basate sulla meditazione (Meditazione sul Respiro, Scansione del Corpo, Meditazione su Suoni e Pensieri, Meditazione Camminata etc) consentono di incrementare le capacità attentive e di concentrazione e di esercitare maggiore controllo sui propri pensieri e sulle proprie reazioni emotive.

La pratica meditativa costante prevista dai protocolli Mindfulness favorisce inoltre lo sviluppo di una maggiore forza di volontà e la capacità di resistere alla procrastinazione. In sostanza una persona che pratica mindfulness con costanza, avrà maggiore capacità emotiva di sopportare tutto ciò che si frappone fra sé stesso ed il raggiungimento dei suoi obiettivi.

Protocolli ed approcci psicologici basati sulla Mindfulness

La mindfulness è attualmente utilizzata in numerosi ambiti. All’interno della psicologia clinica trova ampio utilizzo nella riduzione dello stress, dei disturbi d’ansia e delle dipendenze patologiche, per fronteggiare le recidive depressive o per approcciarsi in maniera sana ad un’alimentazione più consapevole.

Trova riscontro anche nella psicologia del lavoro, per coadiuvare il benessere anche in contesti aziendali e organizzativi.

Può essere utilizzata anche in ambito evolutivo e scolastico, con ripercussioni positive apprezzabili sostanzialmente in ogni età.

Molti sono i protocolli e gli interventi psicologici basati sulla Mindfulness. I più diffusi attualmente sono i seguenti:

  • MBSR– Mindfulness Based Stress Reduction.  Tale protocollo, finalizzato alla riduzione dello stress basato sulla Mindfulness, fu il primo protocollo standardizzato, creato proprio da Jon Kabat Zinn;
  • MBCT– Mindfulness Based Cognitive Therapy, ossia un protocollo basato sulla mindfulness finalizzato a fornire un approccio terapeutico della depressione e delle sue ricadute;
  • Mindful Eating: protocollo finalizzato alla scoperta dell’alimentazione consapevole;
  • ACT– Acceptance and Commitment Therapy, un approccio psicologico basato sull’accettazione e la compassione verso sè stessi.